Non tutti amano programmare weekend e viaggi nei periodi caotici, in questo periodo di primavera è il tempo migliore per godersi bellissime location, città d’arte, la montagna e itinerari più insoliti e meno turistici.
La primavera è il risveglio dal letargo di molti animali, è il fiorire di piante e alberi, è il calore del sole sugli abiti più leggeri che indossiamo, è la sabbia tiepida che amiamo percorrere a piedi nudi, è il verde dei prati dei parchi cittadini, è il tramonto la sera, è il profumo del mare…nulla che dovremmo mai perderci!
Allora come scegliere la giusta location? Il web oggi ci da ogni informazione che cerchiamo.
Che si tratti di un weekend o di una settimana, che possa interessarci una città d’arte che da tempo vorremmo visitare o una location per staccare dalla frenetica vita quotidiana, che si tratti di un viaggio in famiglia o con amici o da soli, bastano davvero pochi click per trovare ciò che può fare al caso nostro o se non si hanno ancora le idee chiare, sicuramente il web ci può suggerire tantissimi spunti per il nostro, a volte anche improvvisato, programma di viaggio.
Non è necessario fare centinaia di chilometri per trovare meravigliose location: abbiamo la fortuna di vivere in un Paese che ha un patrimonio artistico, architettonico, culturale, archeologico, naturalistico e gastronomico che davvero può soddisfare qualsiasi esigenza.
Anche a pochi chilometri da casa nostra si possono scoprire luoghi magici e straordinari.
Qualche suggerimento però vorrei darvelo perché ho visto più volte vacanze rovinate o fallite per scelte affrettate soprattutto nella scelta dei pernottamenti.
Quando cercate una struttura, che sia un albergo, un B&B o un appartamento, non sempre affidarsi ai portali principali è la scelta più saggia e garantita, soprattutto dal momento che i social sono ormai diventati un’importante vetrina per promuovere le proprie strutture alberghiere ed extra alberghiere. Ma attenzione! Verificate con attenzione che ciò che state prenotando corrisponda a ciò che vi troverete davanti all’arrivo! Troppi cialtroni e truffatori in giro che promuovono strutture con foto “da vetrina”, a volte anche di strutture inesistenti.
Chiedete qualche foto che non sia nella “vetrina”, magari di un particolare. E leggete sempre le recensioni, su più portali e sul web. Leggete quelle negative soprattutto!
A farsi rovinare una vacanza ci vuole davvero poco! E dal momento che quei giorni sono un ritaglio del nostro tempo e dei nostri soldi non indifferente, non lasciamo che qualcosa possa rovinarci l’umore e la nostra vacanza.
Allora direi che è tempo di riprendere quel borsone dall’armadio….e ovunque voi scegliate di andare, vi suggerisco un bagaglio leggero e vi auguro di godervi il vostro viaggio!
Mi piacerebbe tornare all’idea di ospitalità “ti sto accogliendo a casa mia”, un po’ come l’idea originale dei creatori e fondatori di Airbnb, Joe e Brian studenti universitari a San Francisco che per arrotondare e potersi permettere di pagare l’affitto decisero di offrire dei posti letti in casa, mettendo qualche materasso a terra.
Da quella originale idea, era il lontano 2007, oggi Airbnb è una multinazionale quotata in Borsa e non solo: oggi insieme a Booking è il portale più utilizzato per l’ospitalità in tutto il mondo.
Negli anni l’host non è più il proprietario di casa che mette a disposizione la propria abitazione per i turisti e i viaggiatori che preferiscono una soluzione alternativa più autonoma e indipendente rispetto all’albergo e che scelgono di “sentirsi a casa” in qualsiasi altro paese diverso dal proprio. Oggi l’host è una vera e propria figura professionale, incentivata dai portali e molto spesso costretta da questi ultimi a offrire sempre più servizi a ospiti sempre più esigenti.
Così l’idea “ti sto ospitando a casa mia e troverai quello che ho descritto nell’annuncio” sembra una storia vecchia e superata dalla frenetica corsa a competere con i migliori alberghi a 5 stelle.
Totalmente “schiavi” delle recensioni, l’obiettivo sembra non essere più l’accoglienza casalinga e far sentire gli ospiti “a casa” per quei brevi giorni di ospitalità, no, adesso l’obiettivo è avere sempre il massimo punteggio nelle recensioni dei principali portali e ci si ingrossa il fegato quando non è un 10 ma un 8 o non un 5 ma un 4.
A causa della schiavitù degli hosts per le recensioni, negli ultimi anni si è sviluppata una nuova tipologia di “ospiti”: quelli che hanno capito e imparato che i portali preferiscono non perdere mai nuovi potenziali clienti e che gli hosts tutto sommato non avranno mai valide alternative ai portali principali e che quindi abbasseranno il capo nonostante il malcontento, nonostante commissioni in alcuni casi davvero salate. Sono “ospiti di pessima qualità” che hanno perfettamente capito che basta inviare al portale l’immagine di una formica dentro un (qualsiasi) lavandino o di una macchia su un (qualsiasi) lenzuolo per ottenere il rimborso del pernottamento e farsi così la vacanza gratuita. Geniale direi, ancora più dei materassi buttati a terra degli inventori di Airbnb.
E i “pessimi ospiti” sono anche quelli che minacciano e tengono sotto ricatto gli hosts “ti faccio una brutta recensione se non mi accogli prima dell’orario indicato per il check in o se non mi fai rimanere oltre l’orario del check out”….pessimi ospiti che hanno compreso il malsano meccanismo dei portali e delle recensioni. Pessimi ospiti che prenotano con finestra vista Colosseo ma si lamentano che c’è rumore. Pessimi ospiti che lasciano piatti e pentole sporche perché “hanno pagato la spesa della pulizia finale”. Pessimi ospiti che non rispettano la raccolta differenziata del luogo che li ospita.
Eppure quell’idea “ti sto ospitando a casa mia e sono lieta di accoglierti e di fare in modo che tu ti senta a casa” è stata la spinta che mi ha fatto cominciare questa bellissima avventura anni fa.
Non ho mai preso in considerazione il self check-in perché il momento dell’accoglienza è il momento più bello del mio lavoro: da sempre di indole socievole e curiosa, mi piace fare “la padrona di casa che accoglie i propri ospiti”, mi piace conoscere chi soggiornerà nella casa, mi piace dare ottimi suggerimenti per rendere la vacanza dei miei ospiti ancora più piacevole.
Mi sono semplicemente chiesta cosa piacerebbe a me ricevere se fossi io in una località sconosciuta e lontana da casa mia, magari anche molto turistica, e il resto è venuto da sé.
Non ho dovuto fare alcun corso o master per imparare cosa vuol dire “accoglienza” e per coglierne la vera essenza e nonostante sia un continuo divenire e imparare, ogni giorno, per migliorare, rimango e voglio rimanere fedele alla sua essenza.
Quei “pessimi ospiti” sono per fortuna una rarità e la mia accoglienza è fatta quasi sempre di meravigliosi ospiti che amo incontrare al loro arrivo e per i quali mi piace poter essere utile per qualsiasi cosa possano aver bisogno durante il loro soggiorno.
Con alcuni miei ospiti rimango in contatto e ne sono molto felice; così durante il periodo iniziale della pandemia sono stati tanti i messaggi scambiati con loro, da ogni parte del mondo, per sapere se andava tutto bene, per conoscere la situazione anche in paesi molto lontani, per sostenerci e confortarci. Alcuni miei ospiti, a volte anche loro hosts, mi invitano a ricambiare l’ospitalità offerta. Con alcuni miei ospiti è proseguito anche un bellissimo rapporto di conoscenza e di amicizia.
Eccola l’essenza dell’ospitalità secondo me: accogliere, incontrare, conoscere, aiutare e poter salutare con un sentito “arrivederci” alla fine di ogni soggiorno, perché anche se per brevi istanti è stato comunque un piacevole incontro e sarò sinceramente felice di incontrarli ancora.
Musica a lume di candela, ascoltando le melodie al pianoforte di Chopin,
immerse nei caldi colori del tramonto e nella bellezza unica del Parco Archeologico dell’Appia Antica.
Aspettavo la data di questo concerto da molti mesi, da quando, lo scorso anno, avevo letto dei “Candlelight Concert” a Roma: concerti di musica classica a lume di candela in location uniche e di straordinaria bellezza proposti già in tutto il mondo, da New York a Parigi, da Tokio a Barcellona. Previsti per febbraio 2021, i Candlelight Concert a Roma erano purtroppo slittati di qualche mese, a causa del Covid.
Amo la musica classica, amo le composizioni al pianoforte di Chopin e l’idea di ascoltarle in un’atmosfera insolita, illuminata solo dalle luci delle candele, sapevo già che mi avrebbe fatto vivere un’esperienza unica e indimenticabile.
Nella meravigliosa cornice di Villa Appia Antica, immersa nel Parco Archeologico dell’Appia Antica, già dai primi passi percorsi su una delle più storiche strade romane realizzata nel IV secolo A.C., appunto Via Appia Antica, lasciavo alle mie spalle il traffico caotico della città, il rumore, la frenesia della giornata, lo stress, il suono del cellulare.
Passo dopo passo, sulle grandi pietre levigate di pietra vulcanica dette “basoli”, che caratterizzano questa opera considerata un capolavoro di ingegneria civile del mondo antico per le tecniche di realizzazione utilizzate, accompagnata lungo il percorso dai resti archeologici di sepolcri, antiche ville e mausolei, dimenticavo la tecnologia moderna e immaginavo quella che un tempo poteva essere stata questa lunga strada che collegava Roma a Brindisi: immaginavo viandanti, commercianti, artigiani, guerrieri, immaginavo vite lontane secoli e secoli dalla mia.
Nel parco secolare della Villa Appia Antica, al tramonto, solo noi spettatori, in numero adeguato alle limitazioni del momento e in numero appropriato ad un’atmosfera più intima, un pianoforte a coda circondato da candele e candelabri, e il pianista solista, e straordinario, Giuseppe Califano.
Di ogni composizione, il pianista ne racconta prima brevemente non solo la storia ma anche come il grande Fryderyk Chopin influenza tutto il periodo romantico con le sue innovazioni nello stile e nella forma, creando uno stile compositivo del tutto individuale.
Un percorso musicale che comincia con i Preludi op.28, attraversa le Mazurche, lo Studio, i Valzer e si conclude con i Notturni; alcune delle composizioni di Chopin sono state pubblicate dopo la sua morte nonostante la sua volontà fosse che tutta la sua musica non pubblicata venisse distrutta.
E avremmo così perduto la possibilità di conoscere melodie poetiche e note al pianoforte che hanno la virtuosa capacità di svuotare la mente e di allontanarci da una combinazione, talvolta non salutare, di tempo e spazio che ci costringe a ritmi di vita che, forse, non sempre ci appartengono.